#sapereècambiare.

Le strade con più valore commerciale al mondo. E Roma?


  • 0
  • 13 ottobre 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

I NO che immobilizzano Roma


Ha ragione la sindaca. Il problema di Roma non è il “no” alle Olimpiadi. Il problema vero è tutto ciò che discende dal quel “no”. Possiamo anche arrivare a comprendere la preoccupazione per la gestione di un evento così grande.

Dal punto di vista economico, finanziario e dell’occasione che fa (qualche) uomo ladro. Ma gli strumenti di contrasto ci sono e altri se ne sarebbero potuti trovare. Anche, o soprattutto, in maniera condivisa. La questione non è il “no” all’evento di per sé. È il “no” all’idea di una città diversa, di una visione evoluta. Per questo nelle motivazioni del rifiuto si è continuato a ragionare sui termini stretti di un conto economico. Ma qui non si tratta di fare il saldo tra soldi spesi e panini venduti. Ospitare i Giochi avrebbe rappresentato un passo di apertura verso una dimensione ben superiore al raccordo anulare. E anche l’occasione per restituire ai cittadini strutture funzionali e soprattutto funzionanti visto  che – secondo la ricerca di Openpolis - con 0,16 centesimi Roma è ultima tra le grandi città italiane per spesa pro capite per gli impianti sportivi.

Le Olimpiadi erano, dovevano essere, un grande investimento per lo sviluppo di Roma attraverso la sua internazionalizzazione. I giochi sono attenzione mondiale, evoluzione, progresso. Con espressione semplice, una vetrina. Alla fine i processi sono più banali di quello che sembra. È come se per invogliare il pubblico a vedere uno spettacolo si facesse uno spot col teatro chiuso. Senza attori, scenografie, racconto. Il “no” è l’innesco di una perdita. Di nuovi investimenti (specie esteri), di interesse, di credibilità. Perché dovrei scegliere di creare impresa in una città che avverto ostile? Perché dovrei scegliere di studiare nelle università di un luogo che non mi regala prospettiva? Perché, da turista, venire a Roma quando Roma mi dice che non mi vuole? Da un monosillabo una reazione a catena. Che continuerà a produrre effetti e ad alimentarsi del dissesto della nostra città. Rinchiusa nella gabbia del suo immobilismo. E a raccontarlo sono i dati, non previsioni pessimistiche: nel 2016 ci potrebbe essere - secondo lo studio di Global Destination Cities Index, pubblicato da Mastercard – un sorpasso molto significativo. Milano sarà la città italiana che registrerà il maggior numero di visitatori nel nostro Paese (7,6 milioni contro i 7,1 di Roma). Una notizia che si spiega leggendo i numeri che raccontano come di quel totale, il 27,2 per cento va a Milano per lavoro, affari, meeting. Milano che conferma la sua vocazione internazionale, economica e ora anche turistica. Roma che conferma il suo rifiuto a diventarlo. Con un monosillabo.

Ancora una reazione a catena last minute. L’Italia non ospiterà i mondiali di Rugby del 2023. Il presidente della FIR Gavazzi ha ritirato la candidatura perché: “era strettamente collegata a quella di Roma 2024. E senza i giochi non ci sono più le condizioni per proseguire”. Per inciso, i mondiali di Rugby 2015 hanno portato al PIL del Regno Unito, paese ospitante, oltre 1 miliardo di sterline, hanno attirato 406 mila spettatori stranieri (con una permanenza media in UK di 14 giorni) e generato un giro d’affari complessivo di 2,4 miliardi di sterline (i dati li trovate qui http://www.rugbyworldcup.com/news/163399). Non a caso lo slogan degli inglesi era “too big to miss”. Chiaro “no”?


Stefania Gliubich
  • 0
  • 29 settembre 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Brexit e Roma: La nostra grande opportunità

Tra il 19 e il 23 giugno il giorno e la notte si sono incontrati. A loro insaputa, due eventi geograficamente e concettualmente distanti tra loro, si sono improvvisamente collegati. Le elezioni amministrative in Italia e la Brexit. Qual è il loro legame? Niente apparentemente, tantissimo nella realtà dei fatti. La storia è semplice nella sua complessità: da una parte una città globale, Londra, che si sgancia dall’UE e perde pezzi di quell’ingranaggio che regola settori chiave per la vita dell’Europa (banche e farmaceutico). Dall’altra, Roma e Milano fresche di elezioni e con l’opportunità di raccogliere quell’eredità, entrare nell’arena europea ed assumere un ruolo internazionale.

  • 0
  • 22 luglio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Senza trasparenza: Le procedure che hanno permesso Mafia Capitale e come cambiarle

  • 0
  • 21 maggio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Il pensiero dei Romani su Roma, una ricerca inedita

  • 0
  • 18 maggio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Ecco il video integrale della presentazione delle wikidee

  • 0
  • 17 maggio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Stefania Gliubich e Wikiroma incontrano Roberto Giachetti e Linda Lanzillotta, lunedi 16 ore 18.00, a Roma naturalmente


  • 0
  • 9 maggio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Una lettera da Londra, una testimonianza per Roma

Una grandissima emozione poter parlare di Roma, città in cui sono nato e che da ragazzo che vive a Londra ne sente la mancanza.

Mi chiamo Davide Fioranelli e vi racconto brevemente la mia storia.

  • 0
  • 7 maggio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Mare capitale: il vantaggio competitivo di Roma

Dossier di wikiroma su Ostia e il Litorale romano. L'area rappresenta oggi la più grande opportunità di sviluppo della città. (Per leggere o scaricare il dossier basta premere il tasto keep reading e poi cliccare dove indicato) Sommersi dagli scandali, nascosti dall'incuria, assuefatti dalla mancanza di idee, le spiagge di Roma, l'unica capitale europea che può offrire questa possibilità, ritornano come nuova prospettiva di crescita del turismo e dell'entertainment. Il dossier di wikiroma curato da Romolo Guasco. Qui il link per leggere l'intero rapporto e scaricarlo.

  • 0
  • 27 aprile 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Roma, oltre i beni culturali con la cultura contemporanea

Uno studio per Wikiroma di Stefano Monti. Un viaggio nei valori economici dell'intangibile. Focus su Roma e sul valore dalla cultura contemporanea (Per leggere o scaricare il dossier basta premere il tasto keep reading e poi cliccare dove indicato)

  • 0
  • 17 aprile 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Smartworking, la parola magica che salva Roma

Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente, e in profondità. Da un lato, l’avanzata delle tecnologie digitali impone alle imprese un drastico cambio di paradigma nei processi, all’insegna della disponibilità sempre maggiore di grandi quantità di informazioni – i cosiddetti big data - e della flessibilità produttiva. Dall’altro, le istanze di conciliazione tra famiglia e lavoro trovano nella digitalizzazione una nuova e potente alleata: la possibilità di essere sempre e ovunque connessi, tramite dispositivi mobili e reti via via più veloci e capillari, consente di tenersi costantemente in comunicazione e di svolgere numerose attività lavorative anche senza trovarsi in ufficio.

  • 0
  • 14 aprile 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

C'è un grande prato verde... La mia piccola storia (di successo) contro la burocrazia

Mi chiamo Ambra Masiello, ho 22 anni, ma già le idee chiare su come rendere sostenibile il IX municipio.

  • 0
  • 3 aprile 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Fuori dal mondo, Video completo della presentazione della ricerca


Video completo di Radio Radicale della presentazione della ricerca "Fuori dal mondo. Come Roma può attrarre investimenti dall'estero, per essere una vera città globale: unica, vera, chance per lo sviluppo" che si è tenuta lunedì 21 marzo 2016 con la partecipazione di Marco Esposito (direttore di giornalettismo.com), Antonio Preiti (direttore di Sociometrica), Carlotta Cà Zorzi (responsabile per le Questioni Regolamentari di Telecom Italia Media), Giancarlo Scotti (presidente di Urban Land Institute Italia), Roberto Tamburrini (esperto di finanza immobiliare), Piercarlo Rampini (architetto), Mario Sechi (giornalista), Marco Martorelli (direttore di LibertàEguale).
  • 0
  • 23 marzo 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Fuori dal mondo, Rapporto completo da scaricare

Ecco il rapporto completo di Fuori dal Mondo, Come Roma può attrarre investimenti dall'estero e diventare una città globale. Qui il link per scaricare il dossier di wikiroma





  • 0
  • 21 marzo 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Fuori Dal Mondo


  • 0
  • 14 marzo 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Cari amici di Wikiroma... uno scambio ruvido (di idee)

Cari amici di wikiroma, 

nei miti e nei riti della romanità contemporanea, l’Urbe è ormai nulla più che un oggetto. Oggetto nella piena disponibilità di… Romani, nativi o naturalazzati, ormai barbari invasori di se stessi. 

Il medesimo atteggiamento assume maschere diverse. Il cinismo acquattato di Andreotti prese e conserva tante delle maschere di Alberto Sordi. Il cinismo un poco più affettato di Rutelli e Veltroni ha preso quella del morettiano Giovanni Apicella. Il cinismo sfacciato di Alemanno ha preso quella di tanti dei personaggi del Bagaglino. 

Alla finta anima di nessuna di queste maschere è mancato il finto conforto con zelante e cupida solerzia approntato dall’esponente ecclesiastico di turno (laico o ministro che fosse). 

Roma è materia e maceria. Ora solo si attende di sapere quale sarà la maschera renziana o se, come è più probabile, tutte a rotazione verranno indossate e dismesse, sfruttate, denunciate e riprese. Come nel caso della maschera pseudo-sonniniana apparsa con le fattezze del da sempre ex sindaco Marino. 

Se Roma non riaderisce alla propria personalità, resterà ancora materia in forma di maceria ed i romani cinici barbari di se stessi. Incantati che ostentano disincanto, schiavi che si credono liberi, e per di più furbi. Tuttavia Roma è anche la più antica comunità ebraica, senza soluzione di continuità tra il momento presente e quello della propria formazione. 

Tuttavia Roma è anche luogo in cui si comprese e con la cui lingua si disse e si dice la irriducibilità del diritto alla legge (religiosa o politica che sia), diritto che oggi prova a tornare e dice se stesso comune e romano. Tuttavia Roma è anche teatro del primo grande tentativo di mettere all’opera la globalizzazione come fattore di riforma, il Concilio Ecumenico Vaticano II, e successivamente teatro di una inevitabile perversa resistenza alla riforma spirituale. 

Città (… civitas, non polis!) dell’ironia (riconoscere il contingente per quello che è), del diritto (ius, non solo lex), della riforma. Se c’è bisogno di spiegare l’intimo legame tra città, diritto, ironia e riforma vuol dire che siamo davvero messi male. 

Roma non è nulla, come i cinici preferiscono. 

Tuttavia Roma è ancora qualcosa, ha ancora una personalità: ironia, senso del limite, responsabilità. Se resta materia e maceria, se non si affida all’anima della propria personalità, Roma resta provincia di se stessa, luogo di non infinito ed anzi ormai quasi esausto auto-saccheggio. Se si lascia ispirare dalla propria personalità Roma può ancora provare ad entrare nel novero della global cities: l’unico standard che può assicurare esistenza. Il tempo rimasto, però, è davvero poco. 

Dopodiché l’indice del programma è già scritto: aeroporto (e porto, e rotaia, e highway), strade sicure (polizia decisa, tribunali giusti e rapidi), scuole (ma non dello Stato cinico e maleducato per definizione). Il resto viene, o segue. 

O civitas o regio: via la regione da Roma dunque. E poi a Roma “Stato” e Vaticano debbono pagare per occupare suolo pubblico, e molto. E molto rimborsare per quanto hanno inquinato la religione non meno che la politica. E di questo può vivere il Campidoglio. Tutto il resto, a partire dal controllo della sicurezza delle strade, ai municipi, perché tra territori autonomi e contigui si può sì generare una competizione per localizzare scuole, negozi, studi professionali, servizi alla persona ed imprese. E da subito rigida divisione di competenze tra Campidoglio e municipi.

Luca Diotallevi




 *** 


Caro Luca,

cosa prendiamo dalla cesta? 

“Barbari di se stessi”,  felicissima espressione (ma sarà vera?) per dire dell’impossibilità di “correggere” i Romani? o l’idea delle “maschere” politiche? e cosa dire di quel lampo di città globale che proprio Rutelli sindaco ha generato, con la nascita dell’auditorium,  prima opera “globale” della città, o quando chiami “maschere renziane” proprio la caduta delle maschere, con Giachetti che non ne ha mai indossata una, o dobbiamo prendere la “finta anima”? ma chi siamo noi per dire di un’anima che è finta? 

Cosa prendiamo dalla cesta? 

L’idea dei Romani furbi che si credono liberi, mentre sono schiavi. Ma di chi? di loro stessi, sembrerebbe. Ma è una schiavitù particolare, non credi? e se ostentano il disincanto, da cosa sono incantati? dalla loro stessa furbizia? forse. Però sembra un moto circolare, Battiato direbbe, "senza un inizio, né una fine". Prendiamo l’idea di Roma come “materia e maceria”? l’espressione è bellissima. Ci dice che la città, alla fine, è materia, e hai voglia a produrre retorica, perché anche la città eterna è fatta di carne e ossa, perciò materia. Ma aggiungi che Roma deve riaderire alla sua personalità e sembra proprio che ne abbia una! Insomma la sua materia sarebbe già maceria, ma uno spirito si eleverebbe dalle sue rovine fumanti.  Bella l’immagine, ma è vera? 

Cosa prendiamo dalla cesta? 

La bellissima espressione di Roma come civitas e non polis, dell’irriducibilità del diritto alla legge. Insomma della Roma radice della nostra civiltà occidentale. Questo ci piace. Come ci piace l’ironia che attribuisci a Roma come suo carattere indelebile: anche questo ci piace. Così come ci piace che tu ricordi come la città contenga la più antica comunità ebraica. Una eternità contemporanea, si direbbe, imitando il tuo linguaggio. Anche questo ci piace. Allo stesso modo l’immagine di Roma “provincia di sé stessa”, pericolo in agguato, se non riprende la sua personalità, è la nostra stessa preoccupazione. E dire che un impero, che ha creato per la prima volta nella storia del mondo, l’idea stessa di provincia, finisca poi con l’essere, appunto, “provincia di sé stessa” ci sembra un paradosso che non possiamo arrischiare. Anche questo ci piace. 

Cosa prendiamo dalla cesta? 

Prendiamo la tua idea, che è la nostra, dell’unico destino possibile oggi per Roma, di essere una città globale, insomma una delle città che determinano il destino del mondo. Perché tutte le analisi ci dicono che il centro del mondo oggi, più che nelle nazioni o nelle regioni, è tornato nelle città. Se il futuro è delle città, Roma deve entrare in questo futuro proprio come città, non solo come capitale del paese. Questa idea ci piace molto, questa idea per noi è fondante, oltre che fondamentale. E ci piace un’altra idea che metti in coda alla tua lettera. L’idea che i territori della città debbano entrare in competizione tra loro, per attrarre talenti, capitali e migliorare, con la competizione tra territori, dando una nuova vita alla città. È l’idea di riprodurre in piccolo (dentro Roma) quello che sta succedendo nel mondo: lì dove c’è la competizione tra città diverse, qui ci sarebbe competizione tra municipi diversi. Idea affascinante. Dovresti spendere qualche riga di più, perché è un’idea spiazzante e fruttuosa. 

Come vedi, abbiamo preso e scartato; scartato e preso. Siamo wiki anche in questo. Pur di avere un’idea fresca, nuova, potente, siamo disposti a scartare molte cose. Proiettando questo metodo su una scala più grande, è questa l’opera che oggi tocca ai Romani, non solo ai wikiRomani: quello di una feroce ricerca delle idee nuove su cui (ri)costruire la città. Per farlo si passa su tutto, anche su giudizi che, talvolta, non condividiamo. 

In attesa dello sviluppo dell'idea della competizione tra territoti...

Antonio Preiti
  • 0
  • 11 marzo 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

La cultura e la rigenerazione urbana di Roma

Roma ha bisogno di un grande piano di rigenerazione urbana che investa l’intero territorio e ricostruisca il rapporto con le aree periurbane e con i Comuni che fanno parte dell’area metropolitana. In questi anni la politica amministrativa non ha saputo unificare, in un disegno urbano, il centro storico e le periferie, indebolendo il tessuto sociale ed economico della città, consumando suolo agricolo, agevolando così l’abuso edilizio. Lo stesso patrimonio culturale, che contribuisce in grande misura ai processi di riqualificazione dei territori, in centro (vedi le ex caserme di Via Guido Reni) come nelle periferie (vedi Appia Antica), è stato oggetto di interventi sporadici e senza una connessione con i contesti urbani che connotano la città, i suoi quartieri. Intere aree a forte connotazione culturale, come Ostia Antica, restano disconnesse dalla parte moderna, oltre che dal resto della città, in assenza di una visione dello sviluppo unitaria e coerente. La “divisione dei ruoli” fra Stato e Comune ha generato quindi una frammentazione degli interventi di riqualificazione del patrimonio culturale pubblico e reso più difficile la costruzione di una moderna offerta culturale connessa con i contesti territoriali. Stato e Città Metropolitana dovranno mettere da parte contrapposizioni e gelosie istituzionali per imboccare una stagione di leale collaborazione in attesa di scrivere uno specifico statuto per Roma. 

E’ stata mortificata l’architettura di qualità e si sono emarginate iniziative, competenze e professionalità, soprattutto delle giovani generazioni che si sono preparate all’esercizio di una professione all’interno della filiera dell’edilizia di qualità e dei processi restaurativi. Le Università romane, che fino a un decennio fa sono state attive protagoniste nel disegnare lo sviluppo urbano, sono rimasti ai margini, con uno spreco di saperi e di competenze che hanno lasciato ampio margine di azione a figure poco qualificate ma ben inserite nel sottobosco delle clientele. E’ ora di valorizzare appieno le competenze scientifiche presenti nelle Università romane. 

I piani di risanamento delle periferie, delle aree degradate, vanno costruiti con la partecipazione attiva dei cittadini sia nel processo decisionale che nella gestione di spazi pubblici, spazi comuni (a partire dai giardini pubblici, dagli spazi destinati a bambini e anziani, dagli orti urbani, dai luoghi dedicati alle attività di coworking e da quelli destinati ad attività culturali), mettendo in valore la sostenibilità sociale intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano sul piano della sicurezza, della salute, dell’istruzione, della democrazia. Valorizzare la cittadinanza attiva, intervenire nei quartieri secondo un disegno organico che “riconnetta” le periferie con il centro storico, rianimare l’offerta culturale inserendola pienamente nei programmi di rigenerazione urbana, fare delle scuole la prima grande infrastruttura sociale dei quartieri, sono alcuni degli elementi che possono contribuire a ricostruire una città coesa e solidale dove il mantenimento dell’ordine pubblico si accompagna a politiche di integrazione ad ampio spettro sulla base di un welfare plurale. Una politica di lungo respiro così connotata non insegue la ricerca di un modello innovativo di gestione del patrimonio museale, archeologico,monumentale ed espositivo della città, immaginandolo come un ambito separato e quindi sconnesso dalle politiche urbane, ma ridisegna i luoghi e le funzioni in ragione di obiettivi strategici e diuna visione unitaria dello sviluppo prossimo della città. In altri termini ridefinisce gli obiettivi e i ruoli delle istituzioni culturali, valorizzandoli e ricollocandoli nel cuore delle politiche urbane. La sfida è quindi coniugare la rigenerazione urbana, a dimensione metropolitana, con l’innovazione sociale e culturale, per costruire una città che non sia solo un luogo fisico ma anche valoriale e culturale in cui i cittadini possano riconoscersi.

 

                                               Ledo Prato

 

 

  • 0
  • 4 marzo 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

La Roma che non t'aspetti: capitale dello spazio!

C’è un obiettivo tra quelli che ci siamo prefissati che è particolarmente ambizioso. Andare molto oltre l’immaginario collettivo. Sfatare un mito o crearne uno 2.0. Roma non è solo storia e arte. Roma è - in modo sorprendente - anche territorio di innovazione, industria e sperimentazione. Partendo da questo assunto, WikiRoma non può non parlare di impresa, occupazione, innovazione. E nel senso più ampio, di crescita e sviluppo del territorio.

  • 0
  • 1 marzo 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Le industrie creative e culturali: dove Roma può vincere!


Il 7 Dicembre 1995, la Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea riportava la risoluzione del 20 Novembre sulla “promozione delle statistiche in materia di cultura e di crescita economica”. In tale risoluzione il consiglio invitava la Commissione a “garantire, in stretta collaborazione con gli Stati membri […] un migliore sfruttamento delle risorse statistiche esistenti, nonché il corretto svolgimento dei lavori finalizzati all’ottenimento di statistiche comparabili nell’ambito dell’Unione Europea per quanto concerne il settore della cultura”.


  • 0
  • 27 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

La Vita dei Romani: ecco il video completo di Radio Radicale

  • 0
  • 25 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

La Vita dei Romani: Tutti i dati, tabelle e grafici

Come si vive a Roma? Come vivono i Romani? Qual è il pensiero autentico  sulla città? E cosa emerge dal confronto tra le loro  percezioni e quelle dei residenti in città come Milano, Napoli, Torino e nelle altre? Quali sono, nel bene e nel male, i primati di Roma? Un quadro delle emozioni, delle paure, della rabbia, e anche della gioia, che comporta vivere a Roma. Un report di Wikiroma. Un’altra iniziativa di condivisione  sociale delle competenze. Qui il link per leggere e scaricare tutto.
  •  
  •  
  •  
  •  
  • 0
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

La Vita dei Romani: il Report completo

Come si vive a Roma? Come vivono i Romani? Qual è il pensiero autentico  sulla città? E cosa emerge dal confronto tra le loro  percezioni e quelle dei residenti in città come Milano, Napoli, Torino e nelle altre? Quali sono, nel bene e nel male, i primati di Roma? Un quadro delle emozioni, delle paure, della rabbia, e anche della gioia, che comporta vivere a Roma. Un report di Wikiroma. Un’altra iniziativa di condivisione  sociale delle competenze. Qui il link per leggere e scaricare il Rapporto completo "la Vita dei Romani.

  • 0
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

wikiroma chi siamo, detto con le immagini

  • 0
  • 24 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

La Vita dei Romani. Una ricerca Wikiroma. Presentazione il 24 febbraio


  • 0
  • 21 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Roma e le Olimpiadi necessarie: una testimonianza

Domani, 17 febbraio, il Comitato promotore dei Giochi Olimpici e Paraolimpici di Roma 2024 presenterà a Losanna il dossier di candidatura. Avremo quindi un’idea più chiara del progetto: dove verranno svolte le competizioni, la localizzazione del villaggio olimpico e del media center, e le nuove infrastrutture previste per il pieno successo della manifestazione.

  • 0
  • 16 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Roma e Milano: utopie e fango nella competizione fra città

(Pubblicato su Huffington Post del 15 febbraio 2016)

Roma e Milano, gemelle e opposte, e sempre in lotta per chi rappresenti meglio l'identità dell'Italia, (lotta vana, per altro, in un paese molteplice come il nostro), anche in queste elezioni presentano ragioni di riflessione e di competizione.

Qual è il punto? Milano sembra oramai in corsa per eleggere alla carica di sindaco una figura che potremmo definire di "city manager rafforzato". Detto con nessun senso riduttivo (e lo si capirà tra un attimo), si tratta di una scelta che, non casualmente, poteva accadere solo a Milano. E vedremo tra un attimo perché.

Roma s'appresta a scegliere comunque un politico (Bertolaso è cresciuto dentro l'humus politico non meno di un politico di professione) e, ancora una volta, sembra distanziarsi da Milano, o meglio, dandogli un'interpretazione un po' con il pregiudizio, sembra arrancare rispetto a Milano proprio in questo, nella non scelta di un manager. Dove per manager s'intende uno che fa le cose, le porta a compimento, insomma un uomo del fare, per seguire la semplificazione giornalistica.

Allora qui arriva la prima considerazione. Milano ha già, e da tempo, risolto i problemi della civicness o, per usare termini più neutrali, il problema del funzionamento di base della città e del ruolo e della qualità della sua macchina pubblica. Milano è entrata da tempo in quella sfera di competizione globale che si chiama mercato dell'attrazione. Dove il termine è onnicomprensivo, come attrazione degli investimenti, attrazione turistica e attrazione dei nuovi residenti. Città che attrae, attrae in tutte le cose; città che respinge, respinge in ogni cosa. È la semplice regola della competizione tra le città. Dove si allocheranno i grandi capitali internazionali? A Milano o a Singapore? A Seul o a Rio de Janeiro? Non sono nomi fatti a caso, ma indicano che la competizione globale si svolge esattamente su questo piano: una città vale l'altra, quel che conta è la loro capacità di produrre ricchezza. Milano gioca in questo mercato.

La politica di cui Milano ha bisogno è quella di rendere compatta la sua comunità e di presentarla al meglio sul mercato globale della competizione tra le città che decidono i destini del mondo. Non è facile neppure per Milano, ma il campionato è quello. Poi, certamente, esistono le questioni di giustizia sociale, di pari opportunità per tutti, di equilibrio economico nelle classi sociali. Ma questi problemi si risolvono più facilmente quando la ricchezza cresce, perché quando diminuisce è quasi impossibile. Su questo oggi ruota la funzione della politica a Milano e il buon governo meneghino.
E Roma? Non avrebbe anch'essa bisogno di un "city manager potenziato"? Eh no, Roma ha bisogno d'altro. Roma che è naturaliter più capitale di Milano, e più globale di Milano (per storia, ambizione e potenzialità) ha problemi d'altra natura. Il problema numero uno di Roma è di ritrovarsi come collettività. Sembra una cosa astratta, ma è la cosa concretissima che la città non riesce a risolvere, e che negli ultimi anni sembra aver smarrito in maniera clamorosa. Roma ha bisogno della politica come l'arte di mettere insieme le persone, indicare una strada e realizzare le attese collettive. Roma ha bisogno di demiurghi che ne plasmino forme e contenuti secondo le necessità di questo nostro tempo, qui e ora.

Roma ha bisogno che le regole siano semplici e siano rispettate (il mondo contemporaneo, a cominciare dalla rivoluzione digitale, vuole immediatezza, semplicità, velocità); ha bisogno di uccidere la bestia che si è incuneata in molti ambiti della macchina pubblica, dove l'interesse particolare, illecito e lecito, si è allargato a dismisura. Ma c'è un problema più ampio, che è quello di rendere più forte il senso d'appartenenza alla città di ciascuno. C'è bisogno che il sindaco sia, in qualche modo, il centro di riferimento morale della città. La politica allo stesso tempo produce decisioni, coagula interessi e crea un rapporto simbolico con la città, nel bene e nel male. Oggi Roma ha bisogno di riscoprire la politica al suo massimo livello di ambizione: qualcosa che possa innescare una rigenerazione della città. Ci può riuscire un city manager? Non propriamente. Questo non vuol dire, naturalmente, che per Roma serva la cura delle parole, invece di quella dei fatti. No, serve la cura delle parole e dei fatti insieme, in stretta correlazione, in un infinito rimando tra le cose dette e quelle fatte, tra la percezione dei molti e la visione dell'uno (il sindaco). È una questione molto più complessa, che però ci porta, alla fine, a capire che proprio a questo serve la politica.

C'è una scintilla che Roma aspetta da troppi anni: quella che scatti tra un'esigenza latente della collettività di avere finalmente una città ordinata, facile, elementare, e la manifestazione chiara di questa ambizione anche nella classe dirigente locale. È questa scintilla che è mancata e che i Romani aspettano, finora invano. È questa scintilla che divide un leader da qualunque altro esponente politico che, semplicemente, pensa a gestire le cose, in una visione, questa sì, riduttiva, inutile, senza futuro e senza rispecchiamento collettivo.

E Roma ha anche bisogno che siano definite quelle tre/quattro cose strutturali che cambino davvero il volto della città e anche la sua anima, la sua testa. Ci vogliono idee-guida forti, non forti perché siano declamate con enfasi retorica, ma perché hanno dentro la capacità di scardinare davvero le cose, l'attuale disperante assetto di tutto ciò che è pubblico. A esempio, si può pensare a modernizzare la città e colpire al cuore la corruzione rendendo il cambio delle destinazioni d'uso spesso frutto di corruzioni o di pressioni politiche in qualcosa di trasparente, redditizio per il Comune e capace di attrarre investimenti stranieri? Si può pensare di sciogliere il rapporto incestuoso tra il comune di Roma e l'Atac, dove il primo è azionista e, nello stesso tempo, controparte dei contratti di servizio con la stessa Atac? Si può pensare al rilancio della cultura introducendo forme giuridiche nuove (le Fondazioni) al posto dell'attuale struttura tutta dentro la pubblica amministrazione? Sono tre linee di lavoro che hanno in sé un motore di cambiamento straordinario.

Chi può affermare queste (o altre) nuove idee che cambino radicalmente Roma, se non un sindaco-politico, nel senso prima detto? Possiamo trovare una strada che non sia l'utopia di chi ha la testa tra le nuvole o il realismo di chi sta con i piedi nel fango? Si può risollevare Roma senza il concorso diretto, convinto, impegnato del suo popolo? E chi lo può raggiungere questo risultato se non un politico, cioè una persona che nasca dall'investitura popolare nella sua intenzione di cambiare radicalmente Roma?

Anche questo, alla fine, è semplice. Bisogna che chi si candidi a Roma esprima con chiarezza le cose che intende fare, e se queste sono capaci di scardinare l'attuale status quo, ancor meglio. E con chiarezza indichi alla gente di scegliere, cioè di sostenerle. Con questo spirito, forte del consenso popolare, potrà davvero cambiare le cose con il concorso di tutti. La ricerca del consenso sganciato dalla chiarezza è quello che ha portato la città al disastro.

E sarà così che Roma, senza aver scelto il suo "city manager potenziato", si troverà miracolosamente nella competizione globale tra le città che determinano il destino del mondo. La premessa è che decida il suo, di destino, prima di tutto.

Antonio Preiti
  •  
  •  
  •  
  •  
  • 0
  • 15 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Le radici del male: come salvare ATAC, senza essere Napoleone

Inutile girarci intorno, il problema che da decenni impedisce a Roma di avere un trasporto pubblico locale degno di una capitale europea nasce e si radica nel rapporto incestuoso che le aziende pubbliche di gestione del trasporto romano hanno con l’Amministrazione comunale e la politica.

E' un rapporto perverso, che vede il Comune di Roma nella duplice veste di azionista assoluto delle aziende di trasporto e, nello stesso tempo, di controparte dei contratti di servizio. Da un lato è proprietario di ATAC e dall’altro considera ATAC suo cliente e fornitore di servizi. Un’insensatezza allo stato puro. Una circolarità viziosa che non rende nessuno responsabile di niente. Se a questo aggiungiamo l’influenza esercitata dai politici locali e i micro (o macro) interessi che questi ultimi rappresentano, il quadro è pericolosamente completo.

  • 0
  • 10 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

R O M A

  • 0
  • 9 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

I fondi europei e Roma: una nuova possibilità per la città


In una metropoli come Roma siamo tutti consapevoli della necessità di affrontare le esigenze e le emergenze che derivano dalle condizioni di vita dei vecchi e nuovi poveri, dal degrado fisico e sociale delle periferie, dalle insufficienze abitative, dalla pressione di migranti e dei residenti, dall’invecchiamento e dall’inadeguatezza dei servizi.

  • 0
  • 8 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Cambiare il welfare! non solo pubblico, non tutto pubblico. L'esempio del welfare condominiale


Camminano, cucinano, si curano e si lavano con qualche difficoltà, avrebbero bisogno di aiuto per non confondere i farmaci, andare a prendere la pensione, fare la spesa e pagare una bolletta. Sono molti gli anziani autonomi o con qualche lieve disabilità, che non hanno bisogno di un'assistenza sanitaria specifica ma sono abbastanza fragili da non riuscire a fare tutto da soli. Non vivono in condizioni di estremo disagio, ma non possono permettersi un aiuto né tanto meno la retta di una casa di cura. Spesso tutto è carico delle famiglie, se ci sono e se possono (tempo disponibile e/o impegno economico). Un’idea ….

  • 0
  • 5 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Anatomia dell'ATAC, un report con dati, confronti e analisi del grande buco nero di Roma


Cos'è l'ATAC? Prima di esprimere un'opinione, guardiamo ai dati! Qui per vedere le slide che sintetizzano uno studio molto corposo realizzato da Unindustria, si analizza la realtà di ATAC in tutti i suoi aspetti, dalla struttura dei ricavi a quella dei costi, dalla governance alla produttività. Forse non è abbastanza noto che 1 km di ATAC costa 7,30 euro, mentre nel resto d'Italia costa 4,25 euro e in Europa addirittura  2,60 euro; forse non è abbastanza noto che la velocità media a Roma è di 13 km all'ora, mentre in Europa è di 20 km; forse non è abbastanza noto che l'età media degli autobus a Roma è di 10 anni, mentre in Europa è di 7 anni. Questi dati e altre analisi sono qui disponibili per chiunque volesse farsi un'opinione. E non solo un'opinione.


Maurizio Tarquini
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  • 0
  • 4 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

L'archeologia ha un immenso potenziale, inespresso




Basta andare sul sito del Comune di Roma e leggere qualche riga:

”La città con la più alta concentrazione di beni storici e architettonici al mondo; il suo centro storico delimitato dal perimetro delle mura aureliane, sovrapposizione di testimonianze di quasi tre millenni, è espressione del patrimonio storico, artistico e culturale del mondo occidentale europeo e, nel 1980, insieme alle proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e la basilica di San Paolo fuori le mura, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Roma, cuore della cristianità cattolica, è l’unica città al mondo ad ospitare al proprio interno uno stato straniero, l’enclave della Città del Vaticano: per tale motivo è spesso definita capitale di due Stati. Oltre il 16% dei beni culturali mondiali si trova a Roma (il 70% in tutta Italia).”


  •  
  •  
  •  
  • 0
  • 3 febbraio 2016
Antonio Preiti Antonio Preiti Author

Benvenuta wikiroma!

Ogni volta che si parli in termini di impegno civile e di passione, c’è da augurarne tutto il bene possibile per qualunque iniziativa. Roma ha vissuto gli ultimi mesi dentro una cappa di piombo, quasi avesse dimenticato, passo dopo passo, la sua storia, la sua identità e l’insegnamento che ha dato al mondo nella sua lunga vita. In questi tempi ogni cosa sembra inghiottita da un punto nero dove tutto sembra destinato a implodere, a scomparire, persino la speranza.

È tempo che ciascuno secondo la sua volontà, le sue capacità e il suo modo di vedere le cose, si occupi di Roma, a partire da chi a Roma ci è nato, o ci vive, o semplicemente l’ha scelta come sua città temporanea. Se avessimo un briciolo di retorica in più, diremmo che se ne dovrebbe occupare anche il resto del paese, perché è la sua capitale e perciò, a torto o a ragione, lo rappresenta più di ogni altra cosa.

Il nostro punto di vista è semplice: siamo persone variamente impegnate nel lavoro, ma non dimentichiamo che c’è una dimensione esterna, oltre a quella personale, familiare e lavorativa. Quella che si definisce sociale, che a noi piace dire la nostra città. Di questo ci vogliamo occupare, nel tempo che abbiamo a disposizione, di quel tanto o poco d’intelligenza di cui siamo capaci, della volontà, che invece abbiamo tutta, di non lasciare che le cose, come in un’inerzia senza responsabilità, scivolino verso il basso, senza cambiare.

Ci si può prendere cura della città in tanti modi. C’è chi si occupa di pulirla, con iniziative coraggiose in cui i cittadini suppliscono alle mancanze pubbliche; c’è chi si occupa di dare prospettive nuove alla politica, magari con generosità, in un momento in cui la politica gode di una pessima fama; c’è chi semplicemente cerca di far bene il proprio lavoro, magari la sua missione pubblica, ed è questa rivoluzione molecolare, forse, che è la più necessaria per rigenerare la città.

Noi che facciamo? Abbiamo pensato che fosse utile, urgente e, forse addirittura, indispensabile, mettere in rete, fisicamente e idealmente, le nostre proposte per cambiare profondamente la città. Le cose cambiano quando c’è la volontà, o la necessità, che è ancora più forte della volontà, di farlo; ma bisogna anche avere le idee giuste con cui armare la volontà. Ci indispettisce che altrove, nelle altre capitali europee, la modernità, che significa regole semplici, efficienza, autentica missione pubblica, faccia parte già della vita quotidiana, mentre a Roma ci sembra difficile, complicata, impossibile.

Di questo vuoto di idee è responsabile non solo la classe dirigente, in senso generale, che ha avuto (sprecandole) le redini della città, ma anche la rinchiusura nel privato, nel personale, nell’ambito del proprio lavoro, di tante, di decine e centinaia, addirittura forse migliaia,  persone valide, capaci, pregevoli, che hanno preferito non occuparsi di Roma, di non essere generosi con la propria città.

La follia, a pensarci bene, è stata proprio pensare che Roma fosse solo uno spazio esterno indistinto, apprezzabile, o non apprezzabile, per la sua funzionalità, ma non la propria città, la propria comunità, quell’insieme di luoghi, strade, angoli, piazze, dove si svolge la nostra vita. La follia è aver pensato che si potesse star bene nel proprio piccolo, mentre tutto il resto cedeva sotto i colpi dell’incuria. La follia, alla fine, è pensare di vivere in una città a cui non si dedichi nessuna attenzione.

Perciò ci siamo messi assieme; ci siamo domandati come possiamo davvero contribuire a modernizzare Roma, come riusciamo a farla diventare una città contemporanea, piena di futuro, oltre che di passato; ci siamo detti come possiamo mettere le nostre competenze, le nostre idee, quel che tanto o poco sappiamo, a disposizione di chi, magari, volesse realizzarlo, a ogni livello di governo, cominciando naturalmente dal comune, e in ogni ambito della vita collettiva.

Perciò siamo qui e invitiamo chiunque abbia la stessa urgenza, visione e volontà, di contribuire a scrivere insieme un pezzo dell’enciclopedia collettiva del cambiamento da realizzare. WikiRoma vuol essere questo: un luogo, dove ciascuno ha l’opportunità di mettere in comune le conoscenze, le competenze e, soprattutto, di sentire l’emozione di occuparsi, ancora o di nuovo, di una città infinita come Roma.

  •  
  •  
  • 0
  • 2 febbraio 2016
cmc cmc Author

Un blog per raccogliere idee, proposte e opinioni sulla modernizzazione e la rinascita di Roma.

#sapereècambiare

Benvenuta wikiroma!

Ogni volta che si parli in termini di impegno civile e di passione, c’è da augurarne tutto il bene possibile per qualunque iniziativa. Ro...

Chi siamo in 110 secondi

Post più popolari

Ci puoi seguire su

Twitter

Il nostro indirizzo mail

Per partecipare alle nostre attività scrivi a team@wikiroma.it

Archivio blog